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1915-2015 Centenario della morte di Alberto Picco

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domenica 19 ottobre 2014

Chi sono gli alpini? secondo don Bruno Fasani


Da noi appositamente interpellato, abbiamo chiesto a don Bruno Fasani, direttore de L'Alpino, di spiegarci chi sono gli alpini, così come ha fatto durante un suo intervento a braccio, effettuato in occasione del raduno 2014 del Triveneto. Ringraziamo don Bruno per la gentile attenzione riservataci.

"Chi sono gli alpini? Vorrei fermarmi su due caratteristiche:
Prima di tutto gli alpini sono uomini della memoria.
Questo è un dato importante, perché l’era digitale nella quale viviamo è l’era della fretta. Siamo fortemente presi dal presente, come se il passato non ci riguardasse. Siamo in balìa delle emozioni. È la cultura del telecomando, che è entrata non solo quando guardiamo la Tv, ma anche nei nostri rapporti personali. È come se le emozioni fossero diventate una droga. Abbiamo bisogno continuamente di una dose e questo lo facciamo cambiando in continuazione: storie, compagnie, amicizie, amori e quant’altro.
La memoria è fondamentale.

1. La memoria è fondamentale da un punto di vista storico. In modo particolare la Prima Guerra Mondiale costituisce l’atto formale della definitiva realizzazione dell’Unità d’Italia
2. Senza la memoria di quanto accaduto saremmo inoltre meno saggi. La storia è maestra di vita, ci hanno sempre insegnato, e se non ci fermiamo per riflettere, finiremo per ripetere gli stessi errori.
3. Da questo ne deriva che la memoria diventa una sorgente di responsabilità. Cosa devo fare io personalmente perché la società vada meglio? Perché non si ripetano gli errori del passato?
4. In terzo luogo la memoria è dovere di gratitudine. Quello che siamo oggi è frutto delle fatiche di chi è venuto prima di noi, compresi quelli che hanno pagato con la vita per fare dell’Italia la nostra Patria di oggi. Dimenticarsi di loro sarebbe come dimenticare che il mio benessere di oggi è frutto delle fatiche dei miei genitori.

Gli alpini sono poi, come ricorda il nostro presidente nazionale, degli uomini normali. Normale deriva da norma. Sono, cioè, convinti che per far funzionare il mondo ci vogliono delle regole. Questo oggi non è molto capito. Tutti sono convinti che il valore più importante sia la libertà di fare quello che pare e piace. La libertà è importante, ma senza regole, senza una norma, c’è posto solo per l’anarchia e il disordine.
E quali sono i nostri punti fermi? Le nostre norme?

1. Il valore della Patria. Patria vuol dire quello che noi abitualmente definiamo una Nazione. Che è cosa diversa dallo Stato. Lo Stato sottolinea l’aspetto burocratico, amministrativo… mentre la Patria costituisce il patrimonio morale dello Stato, ossia la lingua, la sua tradizione civile e religiosa, la sua gente con tutte le specificità. Quello che noi definiamo nella Preghiera dell’Alpino come la “nostra millenaria civiltà cristiana”.
2. Il valore della Famiglia. Gli alpini sono rispettosi verso tutti, ma credono che il fondamento della società sia quel bene prezioso formato da un uomo e una donna che si vogliono bene, che mettono al mondo dei bambini come natura comanda, dando spazio al futuro. Credono poi che i nomi di papà e mamma siano tra le cose più belle che appartengono all’umanità.
3. Gli alpini credono nel valore della spiritualità e, in particolare nella tradizione cristiana, quella che insegna il rispetto per la vita di ognuno, la dignità di ogni persona e quei valori che stanno alla base della loro identità, imparata dentro famiglie, spesso senza cultura, ma degne d’essere chiamate università della vita.
4. Credono infine nel valore della gratuità, cioè del fare senza interessi nascosti. Alla cultura delle chiacchiere, che oggi va tanto di moda, preferiscono quella dell’agire. Fin che gli altri parlano, gli alpini agiscono."

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