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Papa Benedetto XVI

1915-2015 Centenario della morte di Alberto Picco

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sabato 18 ottobre 2014

Al raduno del Triveneto il vescovo di Verona esalta i valori alpini

Certamente il raduno del Triveneto 2014, che si è svolto a Verona il 13 e 14 settembre, sarà ricordato per i diecimila alpini ed amici degli alpini riuniti nell'Arena di Verona per partecipare all'esibizione di cori e fanfare. Suonati brani della tradizione storica a partire dalla Grande Guerra, Arena traboccante d'entusiasmo sabato sera per il grande concerto di cori e fanfare, un evento che ha visto l'esibizione di 50 cori, un complesso di mille voci, giunti da diverse province accompagnate da tre gruppi musicali, la Fanfara storica degli Alpini di Vicenza, degli Alpini della Brigata Tridentina e quella sezionale di Verona. Al pomeriggio, sempre nello storico anfiteatro, il vescovo Giuseppe Zenti ha salutato i 4mila alpini ed amici degli alpini riuniti nell'Arena, molti accompagnati dalle mogli, esaltando i valori alpini portandoli ad esempio contro l'indifferenza che colpisce la società in cui viviamo. Ecco una parte dell'omelia pronunciata durante la Santa Messa celebrata in Arena dal S.E. mons. Giuseppe Zenti.

"Nell’immaginario collettivo, cioè nella cultura popolare, “alpino” evoca soprattutto queste qualità, molte delle quali presenti anche in altre realtà associative: forte senso di appartenenza solidale, senza però autoreferenzialità. Di conseguenza, degli Alpini, come Corpo, cioè come insieme, ci si può fidare; sugli Alpini si può sempre contare e fare affidamento, grazie al loro spirito di umiltà e di abnegazione sorretto dal senso del dovere; per altruismo e solidarietà, soprattutto nei momenti di emergenza e di calamità naturali garantiscono la loro presenza massiccia, silenziosa e operosa fino al sacrificio di sé; non temono di affrontare ardue prove di ogni genere, di cui la vita non fa sconto a nessuno; proteggono il territorio e la sua ecologia (non hanno bisogno di forze dell’ordine; essi stessi fanno da forze dell’ordine, lasciando appunto in ordine il territorio abitato dalle loro imponenti adunate, là dove altri assembramenti sono soliti lasciare disordine, incuria e devastazione), come conseguenza dell’ecologia del loro spirito; amano una vita abbastanza sobria; hanno forte attaccamento alla loro famiglia, ne hanno il culto, in quanto la considerano nel suo essere doc, quello che si riconosce nella matrice divina, e la portano in cuore come il loro più prezioso tesoro (quando è loro possibile, anche nelle adunate amano portare con sé anche la moglie!); operano per la pace e la giustizia; sono animati da religiosità popolare, alimentata nel suo nucleo da fede genuina, fonte ispiratrice dei valori in cui credono e di cui sono testimoni singolari. Non c’è dubbio che se questo quadro di riferimento valoriale corrisponde nel suo insieme alle attitudini degli alpini, ad essi è opportuno che guardino le giovani generazioni per non cadere nella trappola di una cultura che prospetta loro tutto a portata di mano e non frutto di impegnativa e faticosa conquista, l’unica capace di dare soddisfazione; che surriscalda gli animi nel considerare gli altri come avversari o che ingenera quell’indifferenza verso i drammi e le tragedie degli altri che papa Francesco questa mattina nel sacrario di Redipuglia ha così stigmatizzato: “A me, che me ne importa degli altri?”; che pubblicizza lo sfascio della famiglia o la non famiglia; che predispone una società in cui vivere come se Dio non esistesse; che esalta come un idolo l’arrivismo, il successo individuale e il solo benessere economico individuale invece che il bene essere di tutti; che fa perdere il gusto della solidarietà esercitata magari attraverso il volontariato. Possano i giovani di oggi, smarriti nel labirinto del relativismo e storditi dalle sirene di una vita spensierata e godereccia che li incantesimano e dagli idoli che li suggestionano, trovare in voi rispecchiato il loro futuro. Carico di impegno personale, di responsabilità, di senso civile e cristiano e perciò di speranza. Non per pura compiacenza, ma perché vi riconosco elementi di verità, mi pare di poter dire che essere parte del Corpo Alpini sia una bella scuola e un sorprendente laboratorio di umanità."

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